giovedì 20 gennaio 2011

La Fabbrica di Cioccolato-Roald Dahl


Charlie Bucket è un ragazzino molto povero, che vive in una catapecchia in periferia con i genitori e i quattro nonni. Ama molto il cioccolato e ogni anno ,per il suo compleanno,riceve UNA tavoletta di cioccolato: per il resto dell’anno mangia cavolo.
Un giorno il Signor Willy Wonka, produttore di cioccolato famosissimo,organizza un concorso : qualunque bambino troverà uno dei cinque biglietti d’oro potrà visitare la fabbrica. Uno dopo l’altro i biglietti vengono trovati da Augustus Gloop, più che un bambino una palla di grasso, Veruca Salt, viziatissima, Viola Beaugarde, grande masticatrice di cicca e Mike Tivù, teledipendente : ne rimane uno solo e Charlie, per un casuale colpo di fortuna, lo trova. Quando visitano la fabbrica uno dopo l’ altro i bambini vengono messi fuori gioco dai propri difetti (es. Viola Beaugarde mangia una cicca non ancora collaudata che la trasforma in un mirtillo gigante) e ogni volta gli Umpa-Lumpa,aiutanti del signor Wonka, cantano una canzone sul difetto di quella persona.Rimane solo Charlie (che era stato accompagnato da Nonno Joe,padre di sua madre). Allora il Signor Wonka gli annuncia che lui erediterà la fabbrica e che nel frattempo potrà trasferirsi lì con la famiglia. Charlie è felicissimo e in un primo momento la su famiglia non vuole venire,sopratutto i suoi nonni Josephine, George e Georgina, ma alla fine si ricredono e vanno alla FABBRICA DI CIOCCOLATO.

Commento:
mi è piaciuto molto questo libro innanzitutto perché è coinvolgente, IRONICO,divertente e anche perché Dahl è uno dei miei scrittori preferiti.
Consiglio a tutti questo libro a chiunque vada in biblioteca,perché è molto carino,parla dei difetti delle persone e della povertà in un modo che,anche se enfatizza,non te ne accorgi...parla con sarcasmo e ironia.E’ anche molto fantasioso, e ruota attorno ai giochi di parole (ad esempio dice che il signor Willy Wonka fabbrica delle selle per montare la panna.Ovvio,no?). Lo sconsiglio a...NESSUNO!!! Leggetelo perché è davvero troppo bello.

Chiara Malaponti 1°B