giovedì 10 maggio 2012

L'arte di sparare balle

San, il protagonista, è un ragazzo cinese che viene adottato da una famiglia statunitense, dopo essere rimasto orfano. Il padre adottivo di San è in prigione per aver commesso dei piccoli reati in passato, per molto tempo il padre aveva cercato di nascondersi e di scappare dalla giustizia. Infatti, per la nuova famiglia del ragazzo era solito trasferirsi, a distanza di massimo un anno, in posti continuamente differenti. San veniva, quindi, continuamente spostato da un posto all'altro, cambiava scuola, casa, amici e conoscenti spessissimo. Quando arriva in Pensylvenia è stufo di venire sempre lasciato in disparte da tutti, così, ispirato da un progetto che il professore di scenze sociali gli aveva consegnato, finge di essere un maestro Zen. Nel posto in cui abitava poco tempo fa, la religione che professava era proprio quella, però San non aveva mai avuto l'occasione di apprendere molto su questa religione. Così passa molti pomeriggi di quel suo anno in Pensylvenia in biblioteca, o comunque sui libri che potevano fornirgli qualche utile notizia per fingere di professare quella religione da un sacco di tempo e di assomogliare in tutto e per tutto ad un perfetto maestro Zen. Va avanti con queste menzonie per molto tempo, mente a sua mamma, ai suoi amici e ai fan che si era guadagnato. Ma soprattutto mente a Wody, una ragazza della quale si innamora e il suo affetto verrà anche ricambiato. Wody era una ragazza particolare. Le sue condizioni famigliari non erano tanto meglio di quelle di San. é per questo che tra i due nasce un rapporto così profondo. Come si dice sempre però: "Le bugie hanno le gambe corte." Infatti alla fine dell'anno scolastico viene fuori la verità. Tutti sono molto arrabbiati con San. Sua madre e Wody soprattutto. Il libro si conclude tutto sommato bene. Dopo un lungo periodo di isolamento, San, durante il giorno del diploma, riallaccia i suoi rapporti con Wody. Certo non era più un'amicizia così grande come prima ma era comunque qualcosa. Comunque la loro amicizia non avrebbe potuto continuare ancora a lungo, perchè infatti con la madre deve trasferirsi per l'ennesima volta in una ancora diversa località.

Commento: Questo libro mi è piaciuto. é un romanzo divertente ma anche emozionante. Lo consiglio a tutti per farsi qualche risata e per passare un po' di tempo immersi nella coinvolgente lettura Zen.

Peirone Caterina 2B

lunedì 7 maggio 2012

Einstain e le macchine del tempo

Il piccolo Einstein nasce a Ulm in Germania, e già da quando era piccolo era un genio, e sapeva fare tante cose ad esempio quando aveva cinque anni sapeva già suonare il violino e suonava i grandi autori come mozart. Non sopporta la disciplina e, al ginnasio, ha vita dura e i suoi prof gli dicono che non sarebbe diventeto nulla da grande e lo prendevano in giro. Soggiorna in Italia, poi s'iscrive al Politecnico a Zurigo, s'innamora e studia fisica. Dopo la laurea fa l'impiegato e tra una pratica e l'altra scrive articoli scientifici. A 26 anni pubblica l'articolo sulla teoria della relatività. Fa il professore in Germania, fugge al nazismo e va in America. Continua a studiare, pubblicare e insegnare: è ormai famoso e lotta per la pace. Termina il suo tempo relativo nel 1955. Einstein, con la teoria della relatività, ha dato un imprimatur scientifico alla fantasia di poter viaggiare nel tempo.
questo libro mi è piaciuto particolarmente, perchè parlava, molto della fisica e ogni capitolo che finiva c'èra una specie di spiegazione di qualcosa di difficile ad esempio cos'è la relatività ed altro. lo consiglio ai lettori a cui piace la scienza.